ASHTANGA VINYASA YOGA
Il primo mese hai dolori, il secondo mese sei stanco, il terzo mese voli. (Sharath Jois)
L’Ashtanga è uno stile di yoga dinamico, che segue una sequenza predefinita di posture, collegate dal respiro ujjayi.
Questo è un respiro profondo che produce calore corporeo e agevola l’eliminazione delle tossine, purificando corpo e mente.
La mente è nel frattempo stimolata a restare concentrata, come in meditazione, anche se il corpo è in movimento.
Con il respiro, le posture e la mente concentrata, si diventa così uno con se stessi. Questo è unione e lo yoga è unione.
La classe termina con un breve rilassamento profondo, che permette di approfondire lo spazio di quiete interiore e di assorbire gli effetti della pratica.
STORIA DELL’ASHTANGA YOGA
La tradizione dell’Ashtanga Yoga inizia con Rama Mohan Brahmachari e i suoi studi di un antico testo, lo Yoga Korunta, che tramandò
a Krishnamacharya, un allievo che aveva studiato con lui sull’Himalaya per 7 anni. Krishnamacharya a sua volta tramandò questi studi a Pattabhi Jois, chiamato anche Guruji, che gli ha dato fama a livello mondiale.
Guruji si sposò ed ebbe 3 figli: Manju che vive e insegna yoga negli Stati Uniti, Ramesh (morto nel 1973) e Saraswathi che ebbe due figli Sharmila
e Sharath, entrambi insegnanti di yoga a Mysore, in India.
Guruji morì il 18 Maggio 2009.
Sotto la guida di Krishnamacharya, Pattabhi Jois mise insieme diverse sequenze di posture:
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La prima serie, yoga chikitsa, purifica muscoli e organi.
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La serie intermedia, nadhi shodhana, purifica il sistema nervoso e la mente.
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Le altre serie sono per gli studenti decisamente dotati di energia, flessibilità e di quella determinazione e passione che portano a praticare quotidianamente, per diversi anni.
Ogni asana prepara alla successiva sia a livello fisico che metabolico, ecco perché le serie vengono insegnante gradualmente, direttamente dall’insegnante e con un ordine preciso.
Pattabhi Jois diceva che le posture yoga sono così importanti, che si può non parlare di filosofia e, infatti, insegnava che: ‘il 99% è pratica e l’1%
è filosofia’.
Questo perché una mente problematica ha una capacità ridotta di comprendere e un corpo non in forma crea sempre distrazione e problemi alla mente. Invece, la pratica degli asana cura, purifica, rinforza e riallinea il corpo, mentre la mente viene progressivamente raffinata e diventa più in grado di afferrare la sottile verità. Poi, una volta trovato uno stato di benessere psicofisico, la pratica quotidiana mantiene tutti i benefici e porta automaticamente verso uno stato meditativo, verso un sentiero spirituale.
E’ solo dopo aver praticato per un po’ che si comprende, in modo esperienziale, l’essenza dello yoga e il suo potere trasformativo nella propria vita.